chiusi pugni, assetati di coscienza
nell’acidula frontiera dell’imperizia:
rovello che non esplode brillando
cresce negli ampi margini
negli interstizi dei farò, ci penserò-
implode desautorando.
nelle strette crederò poi così d’esser più vivo
vegeto. tamponando.
la mattina quando mi sveglio il pensare d’alzarmi è assai più faticoso e frustrante dell’alzarmi davvero.
perdo minuti che sono come ore e poi faccio tutto di fretta…ma continuo a farlo.
la parola adesso la indosso con disagio.
eppure…
ciao lux! :)
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spero che tu stia bene… eppure scrivi e scrivi a me… un abbraccio!
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e tu rispondi :)
abbraccio ricambiato!
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