silenzi

quando hai lasciato la tua voce sulla lavatrice stamattina

ti sei accorta che io ero lì

con una rete d’appetiti andati a male e non domande nell’aria fredda

che non ci sono passeri e merli

(è novembre, anche se mite e leggiadro, folle come una libellula drogata)

che la pace non è sempre una cosa migliore

che il tempo si ferma – a volte – per liberarci

quando hai lasciato la tua voce

ero lì

pronto ad ascoltare come un novellino, un bimbo stremato, offeso

non posso conservarla nel frigo come una pesca

non c’è più

della tua voce

mi sono accorto che è rimasto solo il suono

ed è

ricominciato il silen

zio.

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