ho incontrato ancora la mia ombra a mezzodì
camminando con calma e sangue freddo
come al solito, senza pensiero d’altro
giù per la stradina che porta solo a casa
forse alla gentilezza, alla bontà d’animo
e a qualcos’altro che potrebbe…
ho cotto quattro patate sole col sale
il gatto miagolava sotto, a lato, cercando padrone,
l’amplificatore a valvole autocostruito bofonchiava
chiaramente per portarmi su un altro pianeta,
ma sono sempre io lo sconosciuto
che si scandaglia in altri quattro versi
ed alcuni sospiri, che se ne sta tutto il giorno a casa
senza un pensiero o troppi per metterli sulla bianca pagina:
non c’è nessuna differenza sostanziale tra l’essere qui seduto e tranquillo
ed esserlo là fuori con gli occhiali da sole, la fierezza del confronto, l’approccio
disincantato e diretto, allontanato da pensionati sdentatai ed incattiviti o indifferenti
attendono la svolta sulla panchina vicino al laghetto stipato di carpe abnormi,
senza un nome come non ce l’ho qui nella musica, tra i libri, il mirtillo e le more
nella creanza lucida dell’abitudine… il gatto miagola ancora a lato,
io non calo più dalla stradina, non sono più idea
sono già dietro la porta come un testimone di una religione qualunque
faccio l’occhiolino, immagino… non decido,
non mi conoscete veramente e perciò non mi avrete.
mai.
:-(
(però… questa mi piace…)
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poetella ciao, non essere triste, no no no… come va? spero meglio…
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Molto bella e intensa questa poesia. Un saluto. Pina.
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grazie pina, saluti…
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anche nella misura più lunga hai sempre molta classe
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grazie massimo, sempre generoso…
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non sono più idea
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ciao ciao mix, bacio!
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