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come è strano pensarti
finito, bruciato nell`urna
o in un tombino, solo
una croce, del marmo
tenero legno e zincatura.
dopo tutto il lavorio
ed il tempo morto.
dopo tutti i disegni
lasciati sulla finestra
i trucchi e gli errori
da scalzo ed inetto.
da improvviso benestante
di saggezza e significati.
dopo tutte le passeggiate
nei prati nei boschi
al richiamo d’uccelli.
che strano questo silenzio
di tomba. contando
una ad una
le radici dei cipressi.
che strano il conto dei passi
come a ritroso, sparendo
nel nulla cosmico
nel rantolo della terra
nel gorgo nero.

Parole, parole, parole: