una civiltà di morte

ogni passo pare
un passo di morte:
aborto guerra transizione
di genere omosessualità
vaccinazione sterilità.
sperimentazione e fanatismo.
dopotutto lo dicono da tempo
e apertamente: ridurre il popolo
dopo le guerre mondiali
e le altre miriadi
ad ogni costo.
la bellezza è rattrappita
latente in qualche urna secretata.
e la maggioranza che fa?
si separa in mille gruppi
nel silenzio tombale
si fa in mille recinti.
si seleziona e si classifica
piace farsi maggioranza
discriminando. secoli
millenni di storia
e nulla cambia:
primitivi si era
forse con la clava
lo si è ora (forse più)
con la livella tecnologica.

dopo la morte

quando morirai
avrai fatto tutto
quel che c’era già di fatto
ma non te ne sarai subito
accorto perchè l’impegno
è sforzo, è manualità
ed il saper fare non è mai pagato
adeguatamente.
ci sono i padroni anche
sulle stelle.

*

anche la morte abbisogna di sorte
sennò sola pure lei
come assolo esile di noia.
quando ci raggiunge
questa fine che non pare
s’ha timore d’un dolore.
è questa parte
che ci farà vivi realmente
esistiti naturalmente.

singolar tenzone

al ritmo dispari
c’è sfida impari:
ingaggiar tenzone
col nemico d’invenzione.
cala la scure
madido di sudore
scherza la morte
con sua stessa sorte.

vita, morte, miracoli

duramente credo

armo mani

disarmo inerme,

gioco, insegno

ingaggio, fraseggio

per mercanzia

di cuori e

ragionamento rapido

logica che bene o male

ci rende carni pensanti

armati dementi

disarmati credenti

e

nel buio spalmato nel tempo

che pare in anni inultimato beato

accecante vampa-

taluni brevi lampi

come rinascita

esaltazione, furtivi ingaggi

del bello:

nella tempesta

carburante unico

per la nave.

 

scalmane autunnali

senti l’odore

di questa stagione

è passato ardore

nostalgia, stantio

di dolce, rapa,

canna da zucchero

tuberi, sudore.

ottobre

nuovamente

marcescente

vita

che da morte

viene.

.

la coscienza incosciente

l’omicidio di pasolini
è l’evento cardine dell’italia dopo la guerra
uno spartiacque di sangue e violenza
la massima espressione dell’umanità abiurata
del popolo consumatore italiano.

non ci sono dubbi:
la morte dell’artista
è morte dell’innocenza

svelamento estremo dell’ipocrisia
canto del cigno strozzato dal capitale.

illusione è vivere d’arte
prostrandosi al danaro.
illusione è la scelta,
sentirsi liberi con una scolarizzazione
ed una televisione accesa la sera

l’illusione della comunità civile
del patrimonio sociale,

perchè non so vedere bene dentro al buio

m’odio così tanto.
è che tutti siamo in pericolo.

la morte

la morte rompe.
è definitiva.
la morte non canta:
appiana
come sotto l’ascia
la pianta.
così efficace
che non c’è più
chi ne parla. tanta.