strazia la malattia, tu ed attorno
per induzione i tuoi cari.
più maldestro ti fa, vizzo
irriconoscibile corpo opaco.
quando in mente mi sovviene
vivida come il giallo colore
corpo del padre mio terminale
piccolo, emaciato sul letto sfatto,
allora intendo veramente
il passaggio controverso
sulla terra: quanto dolore.
la tempesta, i petali e qualche approdo.
Mese: marzo 2017
poesia
non ti rincorro
m’accorgo d’esser fermo.
nessuna frenesia nessun colore
il vivo è spento. la mattina
al lavoro. il pomeriggio
è ricordarsi d’una sera
a misura d’uomo.
risalendo il fiume
come il salmone
che dove nato va a morire.
terminando
apro a volte piccole finestre e fuori
osservo: capto la falsità nelle linee
orizzontali e l’ingegno della verticalità
che l’uomo chiama dio. ma non viceversa.
laborioso
passerà la nottata nel più sordo
silenzio. la luce del sole
freddo nel cicaleccio appassirà
eppoi come col greto la siccità
sfioriran le gioie in qualche
stramba postura, come diniego.
è del lavoro la corrucciata fronte
vien detto anche sacrificio.
tempo al tempo
son per strada presto al mattino
non per scelta, per contraffazione
del sociale. libertà di liberarsi, questa
sì, libertà vera. di non incidere troppo
nel quieto vivere. l’esistenza
si paga cara, col proprio tempo.
che stai cercando
——————————————————-a Derek Walcott
non perfetto il gesto mio
nemmeno il respiro
il gioco del corpo
l’anemia che porta via
quella dell’anima scarica
dopo il lavoro
che altri arricchisce
non libera, no.
non perfetto
il mio gesticolio
ed il provar
negativo:
so
che speculando
troverò il buono, forse.
sol per questo
come slavina
non cedo.
punteggiatura sotto coltura
quante volte
la punteggiatura manca:
c’è la cavata
non il sostegno
c’è l’ortografia, il senso
il tratto bello
ma la punteggiatura latita.
eppoi il complemento c’è
il soggetto e l’oggetto
il sentimento protetto
nell’ortografico progetto.
è quando un piccolo singolo tratto
non è mai stato
il costrutto è sotto sfratto
il significato distrutto
come l’uomo solo, nel lutto
senza tutto.
come sono
sono come sono
come il cielo
la camera da letto
il dentifricio,
niente rimpianti.
non perfetto
e non mi puoi cambiare
forse scalfire
come succede alla dura pietra
plasmata dalle atmosfere
della terra anziana.
rassegnati e amami
e sopportami:
sono idea e suo contrario
nella mano o il nostro futuro
ed il trascorso
come la pergamena canto
distinguo come nel rifiuto.
blindati come acquari
ma con un cielo di stelle.
flessibili come binari.
fallibili come infanti
tutti, tutti quanti.
apocalisse tenera
come pane la mia casa rotonda
non ha spigoli come il mare
chiude ogni scontro nell’incontro
anche quando toglie aggiunge
è la mia casa
quando lontano sono
non sono più quel che ero
poco prima e poco dopo
altro e differente
sempre vincente
anche da perdente
ma nella mente
la mia casa ha solo un padrone
m’aspetta ogni sera
lontano dalla galera
che ci siam costruiti attorno
perdendo tempi e pezzi,
come una lenta
dentiera in balera.
disamorato annoiato
vuoi qualcosa
che è sempre di più
d`un nulla più una rosa.
che non ci piova:
non provarci
non saprei come starci.
sole sbarazzino
sole splendente
tanto indifferente
il mio vicino che s’improvvisa meccanico
il miagolio da sotto il tavolo
il giardino che rivive
chi l’avrebbe detto, eh.
chi aveva torto
avrà torto
lo stesso per chi aveva ragione
e questo sole splendente
lucente come un fredda cromatura
di una moto che non t’appartiene
sole potente
sole indifferente
sole cittadino.
notti scure
quando t’abbraccio ti straccio.
ogni sguardo è un bugiardo:
lasciami cavalcare l’onda
dell’alquanto. terribile
l’invisibile.
quale titolo?
i promettenti giovani nullafacenti
perché zuppi di promesse
perché incapaci al sacrificio
perché carne della nostra
perché. perché non servono
a niente le promesse
a nulla compiace la gioventù
dispiace al vertice
che disperde dall’apice
non serve più
colorare il tempo con la gioia
se i tempi marciano in pace
privi di sensi. distrazioni uniche
titoli dei giornali
televisivi battaglieri
politici inconcludenti
calcio pallone
emozioni nella globale rete a strascico
termina l’emozione
sempre più separati
perdenti. come i tempi.