crepuscolo delle idee

crepuscolo di cicale

pensieri notturni

come gazze mezz’aria

e cielo topo grigio

tangibili miserie rende

calli alle mani

pinguetudine astratta

usura, basso baricentro

sfottò, arsura al dente.

odio l’estate: gratis sudando

smaschero il bluff

immenso, imbottito dentro

c’è poco senso.

m’addentro

senza senno

con ammenicoli,

perditempo.

 

l’amore ai tempi nostri

si sente in gabbia in quella casa

ma le finestre sono spalancate

è estate ed il caldo ricama a sportellate il mondo

aaah… in gabbia, ma nessuno

l’ha mai incatenata, né mai vessata,usata, consumata

come un tubetto di colla vinilica

è che vive in quel particolare momento del mese

è perchè l’ha fatta innervosire

è che quando c’è pure lui

la casa sembra molto più piccola

e e e i ciuffetti di pelo sul pavimento

le manate sui mobili laccati

schizza fuori dal lavello

e quando non c’è i topi ballano

un ritmo indiavolato

l’amore allora

sembra ciò

che non è mai.

guerra a noi

tutto nero di sangue

il mondo: è guerra, infame

scontro d’ignoranze

preconcetti, difetti e disumani

capitali. viene il tempo

dei fiumi rossi, dei torrenti

di globuli fanciulli, vecchi,

donne -e le strade

al mare sono sature ed i market

pieni, il sole arroventa

come il primo giorno

senz’atmosfera. ma si sa:

il grasso continuerà a bruciare

ed il prezzo inconsapevole del tutto

pagheremo come tatuaggi volgari.

vederci chiaro, smaltire la sbornia

tutto infittisce, s’insabbia

nelle fondamenta stratifica

poi alla luce  qualche fiore

più che altro steli,

peli di noia, fieri, neri

strati, inerti -strati di torta

logora. e la materia tace

le parole non servono-

nemmeno la voce, che l’angelo

stanco tace un giorno

un’eterna notte.

vedi che le dita il polso lo sfiorano appena?

lo scopo non è

sposo del modo

ed il modo

è -capita- dell’assenza

risvolto maltolto.

mai così chiaro

sarà il divario

tra farlo e spiegarlo

tra forma e tarlo.

mai andrà del polso

così il dito in soccorso-

non averlo, sfiorarlo.

confliggere

eccedere nel buio notte dell’ingratitudine

sonnecchiando, attendendo buona nuova.

non volermi male, tienimi ancora un po’ alto:

è che cerco quel che ci fece confliggere.

poi rinascerò in nuove spoglie, smentite.

una per l’ottimismo, due per dimenticarlo

l’eternità non mi fa così paura

è il breve termine che prentende

che mi umilia, mi vessa, mi stressa.

l’anatomia non svela le chiavi

ed anche se vai lento lento

non s’arriva mai- amara ruzzola

retrogada avara, d’ignavi.

a studiarla bene sotto al lampo

non c’è mai via di scampo.

libero pensiero ed azione

devio, sbalzo, rimbalzo

tace il cuore, la mente di criteri

s’ammorba, antiche

inutili prevenzioni

inani  invenzioni

ma è nell’azione verifica, sconto

e l’attuazione- nomine, teorie

sogni cadono lenti come orpelli

manca solo ci sian pure quelli, belli.