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naturalmente esisto e vegeto
come il cemento sotto la nebbia
torbido affilato memento
come il fiore dell`erbaccia appuntita
ai lati del cavalcavia crollato
e la pigra malata mattina
di novembre che non sa niente
se non la svogliatezza dell`esserci
la frivolezza d`un dono non meritato
il verificarsi delle stasi e delle accelerazioni.
gli uccelli stanziano, le menti tentano un volo.

Un pensiero riguardo “*

Parole, parole, parole: