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una ludopatia la poesia
grave come una scommessa
reiterata e sacralizzata
allo scorrere dei giorni.
pure dopo i forni aperti
pure nei luoghi silenti
dopo la furiosa legislazione.
una dannazione se si proietta
al muro tutta la vanità
ed al principio fu il verbo.
e gl’interventi estasiati
le prefazioni, le traduzioni.
marchette delle lettere.
le amicizie redditizie
cannibalizzate all’uso
e abuso. mondo editoriale
tumorale. e gli amichetti
uh, gli amichetti che penzolano
dalle piccole grandi labbra
d’una poetessa col nero cappello
una strega col rossetto
una noia col pretesto
della metà del cielo.
hanno la fotta del verso
l’orgasmo del trafiletto
dell’apologia del corretto.
ammettilo: la poesia è una ludopatia.

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Parole, parole, parole: